Protagonista, Bruno Cerasi, un giornalista precario. Ambientato a Frassabatina, immaginario paesino.

Prima di andare via l’ultimo romanzo di Massimo Maneggio

L’ultimo romanzo di Massimo Maneggio presenta l’indiscusso pregio di condurre il lettore in medias res fin dall’ouverture che sbalza ‘in prima linea’ il protagonista, Bruno Cerasi, «un giornalista precario, uno dei tanti tenuti sulla soglia sottile della miseria grazie a un contratto co.co.co. rinnovato ogni anno».

Le vicende si svolgono a Frassabatina, immaginario paesino dal vago ‘sapore meridionale’ in cui agisce un’umanità anche troppo variegata, efficacemente ritratta dalla penna ‘impietosa’ di uno scrittore che non teme di immergere le mani nella materia magmatica costituita dai numerosi ‘vizi’ tipici da quella borghesia di provincia dagli orizzonti limitati, nonché dalla scarsissima indipendenza morale.

Cerasi si muove in un microcosmo che, giorno dopo giorno, si rivela incomprensibile, nell’adesione pedissequa a liturgie volte essenzialmente alla gelosa tutela di un’identità sempre più fittizia, per cui, ed è questo un aspetto degno di nota del romanzo, i personaggi appaiono deprivati da qualunque residuo di ‘humanitas’, figure ‘esemplari’ pronte ad agitarsi in maniera scomposta su un ‘teatro’ non dissimile dagli scenari allestiti per ospitare rappresentazioni grossolane, ad evocare il ricordo delle antiche atellane, senza l’ingenuo fascino insito in quelle rudimentali messinscene.

Sennonché, l’uniformità dello ‘stato vegetativo’ caratterizzante la vita dei frassabatinesi si sgretola inaspettatamente mediante la morte per «overdose» di una giovane inquieta, la sorella di un collega di Bruno che, lentamente, sta subendo la metamorfosi da cronista di basso profilo, secondo quanto percepiscono i suoi concittadini, a detective impegnato a smascherare una complessa serie di trame delinquenziali in atto nella sonnacchiosa cittadina, fra l’indifferenza e la connivenza di molti.

A questa altezza del romanzo il registro della narrazione muta radicalmente allo scopo di raffigurare il ‘nuovo corso’ che assumerà la vita del protagonista, davvero imprevedibile, a conferire al libro quell’intensità emblematica di un racconto autentico, sostenuto dalla benevola ostinazione riconoscibile nel tentativo di far emergere non un’indistinta massa di ‘buoni sentimenti’ ad ogni costo, bensì un importante itinerario di formazione così inopportunamente avversato dalla maggior parte degli scrittori contemporanei.

A ‘viaggio ultimato’ il lettore avrà incontrato suggestive tranches de vie, individuabili solo percorrendo il ‘terreno minato’ di pagine esemplari grondanti disperazione, livore, meschinità grandi e piccole, ma prive di rassegnazione, perché la battaglia per affermare l’individualità non può cessare, pena la riduzione al rango di ectoplasmi, davvero inaccettabile per chi, come il giornalista, ha rimosso dal proprio volto con coraggio la ‘maschera’ piccolo – borghese, lasciando che davanti ai nostri occhi si schiudano mondi reali, certo non anacronisticamente possibili.

Sinossi Bruno Cerasi

Bruno Cerasi è un giornalista di provincia, un corrispondente annoiato e stanco della cronaca di Frassabatina, un luogo di 25mila abitanti con il quale non è mai scattato il giusto feeling. Tra l’indifferenza della gente, un’assurda concorrenza e la solitudine del cronista, Bruno Cerasi vive le sue giornate rimpiangendo un passato mai vissuto e la scarsa voglia di aprirsi al mondo. Tutto questo, fin quando sarà proprio il giorno di Capodanno a ridargli coraggio e a scrivere l’inchiesta più delicata della sua vita, dove darà tutto se stesso e si spingerà anche oltre.

In un susseguirsi di colpi di scena, il protagonista capirà che, tutto sommato, la sua integrità morale è l’unica cosa da mostrare con orgoglio al mondo che lo circonda.

Un libro consigliato a chi crede ancora nel vero giornalismo e a chi soffre, quotidianamente, per scrivere dieci righe su un qualsiasi giornale.