Non è giornalista, come tiene a puntualizzare Michela Murgia con la consueta grinta e ironia, ma è senz’altro una tra le voci femminili più coraggiose e d’impatto per quanto riguarda la scrittura ma anche il modo di comunicare che difende a spada tratta, mettendo in luce l’importanza dell’uso dei termini se si vogliono portare avanti battaglie come quella femminista. Dichiara un rapporto conflittuale con chi produce linguaggi di massa, soprattutto su temi come il femminicidio. L’informazione tradizionale se ne frega del pensiero delle donne, dice e alterna momenti di riflessione molto seri con brillanti note ironiche sull’argomento, come quando afferma “quando il gioco si fa duro il maschio inizia a giocare”. O quando dice “Il patriarcato funziona un po’ come un virus… il femminismo si presenta in forma di vaccino”. Perché purtroppo siamo in un Paese in cui le donne devono urlare per farsi sentire e Michela Murgia confessa “Vorrei vivere in un Paese in cui le donne non debbano aver bisogno di fare paura”.